Le Associazioni venatorie riconosciute e il CNCN si rivolgono ai Senatori della Commissione Giustizia del Senato per chiedere una revisione dei disegni di legge in discussione, con l’eliminazione di tutte le norme presenti contro l’attività venatoria
Il mondo venatorio rappresentato dalle Associazioni Riconosciute (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANUUMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina) e dal CNCN - Comitato Nazionale Caccia e Natura, è impegnato nelle ultime settimane in una intensa attività a sostegno del settore, in primis nei confronti del Governo, delle Regioni e del mondo parlamentare, per chiedere un confronto attivo sulle criticità che hanno colpito l’esercizio venatorio, a seguito dell’emanazione degli ultimi DPCM di contrasto alla pandemia. Oltre a questo, la Cabina di Regia è intervenuta da diversi mesi per sensibilizzare i senatori della Commissione Giustizia del Senato, dove è in discussione il cd pacchetto “Tutela Animali”, tra i quali è presente il Disegno di legge numero 1078, a firma del Sen. Perilli Gianluca (M5S) ed altri, dal titolo “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice civile, nonché altre disposizioni in materia di tutela degli animali.” La associazioni della Cabina di Regia hanno partecipato, già nel mese di ottobre, ad un ciclo di audizioni sui ddl tutela animali presso la Commissione Giustizia del Senato, nel corso delle quali hanno evidenziato, consegnando anche documenti di approfondimento, la necessità di scindere in maniera netta ed eliminare dal provvedimento tutte le implicazioni legate all’attività venatoria. In tale disegno di legge, infatti, sono previste numerose fattispecie che vanno di fatto a colpire in maniera pesante ma soprattutto non motivata (se non da una visione pericolosamente ideologica) tutte le attività che hanno a che fare con gli animali, comprese quelle venatorie, che non dovrebbero rientrare nell’oggetto del provvedimento. La Cabina di regia ha chiesto pertanto ai parlamentari impegnati nel dibattito una totale riformulazione dell’impianto normativo in discussione, che necessita senza alcun dubbio di una profonda revisione per renderlo puntuale, invece di essere gravemente punitivo per l’attività venatoria, un settore che merita rispetto e non immotivate vessazioni.