GAZZETTA UFFICIALE
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2017/417 DELLA COMMISSIONE del 7 marzo 2017che modifica l'allegato della decisione di esecuzione (UE) 2017/247 relativa a misure di protezione contro i focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni Stati membri.
Pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L63 del 9.3.2017
REGIONI
Piano Lupo: Regioni verso una proposta che stralcia l'abbattimento.
Giovedì 9 marzo - Il Presidente Bonaccini ha annunciato che ormai c'è un accordo quasi unanime tra le Regioni, oggi abbiamo chiesto il rinvio del Piano lupo d'intesa col ministero. In Commissione ambiente è stato infatti già vagliato, ricevendo il consenso di gran parte delle Regioni - tranne una e una Provincia autonoma - un documento che chiede lo stralcio dell'abbattimento e fa una serie di proposte. Ci sarà un incontro nei prossimi giorni ma l'orientamento delle Regioni va quasi all'unanimità su quella strada". Ha concluso il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il documento della Commissione Ambiente che sarà la base di confronto della delegazione delle Regioni con il ministro, contiene - tra i punti - quello delle risorse per le attività di monitoraggio, che risultano molto onerose. Nel ricordare che "è stato espresso parere favorevole al piano", l'assessore della Sardegna Donatella Spano che è coordinatrice della Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni ha rilevato - interpellata dall'Ansa - che "è senz'altro un buon risultato aver trovato l'accordo su un documento che mette in evidenza gli aspetti su cui ci si vuol confrontare" con Galletti. La coordinatrice ha anche espresso "soddisfazione" per il risultato "raggiunto anche grazie al lavoro svolto con il coordinatore della Commissione Agricoltura " su un "argomento così difficile".
Le associazioni Lav, Enpa, Lipu, Lac, Lndc, Animalisti Italiani e Leidaa hanno espresso grande soddisfazione per le parole espresse dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
Anche Il Wwf ha espresso il suo apprezzamento e sostegno alla maggioranza delle Regioni che sembrano orientate con convinzione verso una rapida approvazione del Piano lupo con lo stralcio del paragrafo relativo agli abbattimenti legali, così come proposto dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Confidiamo nel raggiungimento dell'intesa con il Ministro Galletti per arrivare rapidamente all'approvazione del piano già nella prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni. L'auspicio del Wwf è che il Piano venga approvato rafforzando tutte le azioni che possono garantire la convivenza del lupo con le attività zootecniche, cogliendo tutte le opportunità di finanziamento offerte anche dai Programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni. Il Wwf rinnova la sua piena disponibilità ad affiancare Regioni, Ministero, Associazioni agricole e allevatori per individuare e mettere in atto i metodi di prevenzione ottimali per ridurre i danni al bestiame, attenuare i conflitti e contrastare efficacemente il bracconaggio.
Il tema lupo fa però discutere anche a causa di un'informazione portata a enfatizzare eccessivamente singoli episodi. E' quanto è accaduto in Veneto dove l'assessore Alessandro Pan ha dovuto replicare al servizio di un tg di una tv locale di Bassano (Vi) sul tema ''Lupi: paura in Altopiano. Centinaia le prede uccise''. "La presenza del lupo sulle montagne venete è totalmente spontanea, e non certo imputabile al progetto Life WolfAlps cofinanziato dall'Unione Europea, che ha l'unico obiettivo di conservare la specie esistente", ha detto Pan precisando che "il lupo sta tornando spontaneamente sulle Alpi, nessuna reintroduzione è mai stata fatta né nelle Alpi né in Italia, come ben sanno tutti coloro che si occupano da anni di questa specie”. “La Regione Veneto, che è responsabile dell'attuazione del progetto europeo Life WolfAlps nel territorio regionale - chiarisce Pan - sta monitorando attentamente le presenze e gli spostamenti dei lupi sull'Altipiano, e le predazioni su animali selvatici, in particolare mufloni, che peraltro corrispondono al normale comportamento". "Quanto alle altre affermazioni contenute nel servizio televisivo - prosegue Pan - segnalo come totalmente infondato ed erroneo insinuare l'idea che il progetto europeo abbia introdotto nuovi esemplari sulle Alpi e che 'al posto del lupo italico, in Altopiano sia arrivata una specie differente, risultato di un incrocio, che avrebbe dato vita ad esemplari molto più aggressivi e per nulla timorosi dell'uomo' ."Nessuna introduzione ad arte, e nessun incrocio: il lupo sta tornando in Veneto per effetto delle migrazioni spontanee di esemplari dagli Appennini e dalla Slovenia. Non si tratta, quindi, di pericolosi e sospetti incroci ma di naturali accoppiamenti tra esemplari, che testimoniano il ritrovato equilibrio di alcune parti del nostro ecosistema che consente al lupo di riprodursi e di sopravvivere'', commenta Pan. "Ricordo, inoltre, che il lupo non attacca mai l'uomo: appare quindi scorretto e immotivato anche solo insinuare il velato sospetto che la sua presenza sia un pericolo per la pubblica incolumità - prosegue l'assessore - diverso è invece il caso, peraltro confermato anche dai rilievi effettuati dai servizi veterinari anche sull'Altopiano di Asiago, della crescente presenza di cani lupo randagi. Un effetto, questo, connesso all'abbandono e alla spopolamento della montagna, che contribuisce a favorire l'inselvatichirsi di specie domestiche. Dispiace che servizi televisivi come quello andato in onda sul tg locale di Bassano - conclude l'assessore - siano così imprecisi e disinformati, più volti più ad alimentare un clima di facile paura e di allarmismo, che a diffondere vera conoscenza e a far capire, anche a chi vive in montagna, il grande valore ambientale, biologico e naturalistico rappresentato dal ritorno del lupo nelle nostre aree alpine e prealpine''.
Regione Umbria: Assessore Cecchini convoca riunione della Consulta faunistico venatoria su nuovo calendario venatorio.
Lunedì 6 marzo - La Regione Umbria avvia l’iter del calendario venatorio 2017-2018. A questo scopo, l’assessore regionale alla Caccia, Fernanda Cecchini, ha convocato per domani, martedì 7 marzo, la riunione della Consulta faunistico venatoria regionale. Argomento principale all’ordine del giorno è il calendario che fisserà tempi, limiti e regole della prossima stagione di caccia. La Consulta faunistico venatoria si riunirà alle ore 15 nella sede dell’Assessorato regionale, a Perugia.
Regione Liguria: Cinghiali: Assessore Mai “Bene la firma del protocollo da parte del comune di Genova: atto che aspettavamo da tempo”.
Genova, venerdì 10 marzo - “Accogliamo con soddisfazione l’approvazione da parte della Giunta comunale del protocollo d’intesa per affrontare l’emergenza cinghiali e il controllo della fauna selvatica sul territorio cittadino, dove purtroppo ormai sono all’ordine del giorno segnalazioni di presenza di ungulati in zone anche densamente abitate. Abbiamo fortemente voluto questo protocollo, frutto di un lavoro che dura da almeno lo scorso agosto, sollecitando il Comune a rivedere le proprie precedenti posizioni: finalmente sono superati i paletti che erano stati imposti dal Giunta Doria e che limitavano di fatto l’intervento sul territorio urbano di Genova”. Lo dichiara l’assessore regionale alla Caccia Stefano Mai, commentando la notizia dell’approvazione, da parte della Giunta regionale, del protocollo d’intesa che sarà a breve sottoscritto con la Regione per il contenimento e controllo della presenza di ungulati nelle aree urbane. “Abbiamo sempre richiamato l’attenzione – continua l’assessore Mai - sulla necessità di un coordinamento da parte di tutti gli enti interessati perché, in caso di presenza di cinghiali in zone urbane, fossero ben chiare le competenze e le modalità di intervento tempestivo. Nei giorni scorsi, abbiamo avuto anche un incontro in prefettura dove è stata definita la piena operatività degli agenti dell’ex polizia provinciale, dal 1 marzo passati a tutti gli effetti in forze alla Regione. A questo punto – conclude Mai - avremo finalmente autonomia di intervento sul territorio, avendo di fatto il Comune superato i vincoli precedenti e quindi il divieto dell’utilizzo di metodi cruenti nel contenimento dei cinghiali in città”.
Regione Toscana: Fauna selvatica: a Castellina in Chianti sempre più “contatti ravvicinati”.
A Castellina in Chianti passeggia nel bosco alla ricerca dei tartufi e si trova circondato dai lupi. Ultimo episodio, nei giorni scorsi analogo caso in Piemonte, di una serie infinita di “contatti ravvicinati” con la fauna selvatica. Episodi analoghi ed anche più drammatici. La corsa sfrenata di un cinghiale lungo Via Baldo degli Ubaldi, nel quartiere Aurelio, a Roma Nord, ripreso da un automobilista con il suo telefonino è solo la punta dell’iceberg di una situazione pericolosa che in Emilia Romagna ha di recente provocato un lutto assurdo a causa di incidente stradale in località Moretta di Borgonuovo in provincia di Piacenza causato dall’invasione incontrollata dei questi animali selvatici. Sono gli ultimi episodi di una situazione che Coldiretti va denunciando da tempo e che vede gli animali selvatici spadroneggiare nelle campagna e non solo.
“La sicurezza delle aree rurali, delle periferie urbane, ma ormai anche di quelle urbane – dichiara Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali, che in Toscana sono 4.5 volte superiori alla media, che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime. In Toscana – conclude Marcelli- nel solo 2016 sino al mese di novembre sono stati accertati danni per oltre 2 milioni e mezzo di euro”.
“Bene quindi la legge obiettivo che nel 2016 – sottolinea Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – ha portato, secondo i dati forniti dalla Regione, a raggiungere la quota dei 100.000 cinghiali prelevati. Al vertice Siena con 19.800 prelievi seguita da Grosseto con 18.400 e poi Firenze con 16.500 ed Arezzo con 14.400”.
“Quest’anno le cose andranno ancora meglio – conclude Antonio De Concilio – perché la legge, da noi fortemente voluta e sostenuta, viene applicata in modo più tempestivo così da ridurre la proliferazioni di cinghiali che a livello regionale hanno ormai superato quota 230.000 capi, che alterano gli equilibri ambientali con danni enormi a colture di pregio e comunque vitali per l’economia del territorio, come viti e cereali”.
Regione Veneto: Lupi, Assessore Pan: “Allarmismi inutili e false informazioni. Il ritorno è spontaneo e non va confuso con randagismo cani-lupo”.
In merito al servizio mandato in onda dal Tg Bassano di ReteVeneta lunedì 6 marzo sul tema “Lupi: paura in Altopiano. Centinaia le prede uccise” l’assessore regionale all’Agricoltura e caccia precisa che la presenza del lupo sulle montagne venete è totalmente spontanea, e non certo imputabile al progetto Life WolfAlps cofinanziato dall’Unione Europea, che ha l’unico obiettivo di conservare la specie esistente. “Il lupo sta tornando spontaneamente sulle Alpi, nessuna reintroduzione è mai stata fatta nè nelle Alpi né in Italia, come ben sanno tutti coloro che si occupano da anni di questa specie”, precisa l’assessore veneto.
“La Regione Veneto, che è responsabile dell’attuazione del progetto europeo Life WolfAlps nel territorio regionale – chiarisce Pan – sta monitorando attentamente le presenze e gli spostamenti dei lupi sull’Altipiano, e le predazioni su animali selvatici, in particolare mufloni, che peraltro corrispondono al normale comportamento predatorio del lupo”.
Quanto alle altre affermazioni contenute nel servizio televisivo – prosegue Pan – segnalo come totalmente infondato ed erroneo insinuare l’idea che il progetto europeo abbia introdotto nuovi esemplari sulle Alpi e che ‘al posto del lupo italico, in Altopiano sia arrivata una specie differente, risultato di un incrocio, che avrebbe dato vita ad esemplari molto più aggressivi e per nulla timorosi dell’uomo’ .
“Nessuna introduzione ad arte, e nessun incrocio: il lupo sta tornando in Veneto per effetto delle migrazioni spontanee di esemplari dagli Appennini e dalla Slovenia. Non si tratta, quindi, di pericolosi e sospetti incroci ma di naturali accoppiamenti tra esemplari, che testimoniano il ritrovato equilibrio di alcune parti del nostro ecosistema che consente al lupo di riprodursi e di sopravvivere”, commenta Pan. “Ricordo, inoltre, che il lupo non attacca mai l’uomo: appare quindi scorretto e immotivato anche solo insinuare il velato sospetto che la sua presenza sia un pericolo per la pubblica incolumità – prosegue l’assessore – Diverso è invece il caso, peraltro confermato anche dai rilievi effettuati dai servizi veterinari anche sull’Altopiano di Asiago, della crescente presenza di cani lupo randagi. Un effetto, questo, connesso all’abbandono e alla spopolamento della montagna, che contribuisce a favorire l’inselvatichirsi di specie domestiche”.
“Dispiace che servizi televisivi come quello andato in onda sul tg locale di Bassano – conclude l’assessore – siano così imprecisi e disinformati, più volti più ad alimentare un clima di facile paura e di allarmismo, che a diffondere vera conoscenza e a far capire, anche a chi vive in montagna, il grande valore ambientale, biologico e naturalistico.
Regione Veneto: Il Governo impugna la legge veneta sul disturbo venatorio.
Roma, venerdì 10 marzo - Il Governo, nella seduta del Consiglio dei ministri, ha impugnato alla Corte Costituzionale la prima legge del 2017 della Regione Veneto, la L.R.1/2017 che prevedeva sanzioni da 600 a 3600 euro peri disturba o turba i cacciatori, perché ritenuta incostituzionale in ben quattro articoli della Costituzione italiana.
Il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd) nonché Vicepresidente della Commissione Ambiente spiega che “il Governo ha ritenuto la norma illegittima perché testualmente ‘individuava come illeciti amministrativi comportamenti di disturbo o di ostruzionismo delle attività venatorie e piscatorie, stabilendo al riguardo specifiche sanzioni amministrative, eccedono dalle competenze regionali. Esse invadono infatti la competenza legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. h) e l), della Costituzione, in materia di ordine pubblico e di sicurezza, nonché in materia di ordinamento civile e penale. Tali previsioni regionali risultano inoltre contrarie ai principi di legalità, razionalità e non discriminazione rinvenibili negli articoli 25, 3 e 27 della Costituzione’ . Sono estremamente felice di questo esito perché contro questa legge indecente, voluta da Berlato e promulgata da Zaia, ho condotto, sia nelle commissioni che in aula, una strenua battaglia provvedendo ad inviare, dopo la sua approvazione, un mio ricorso al Governo affinché la impugnasse. Questo è un sonoro ceffone a Zaia e Berlato che continuano a promulgare e proporre leggi indecenti e incostituzionali”.
Per Berlato invece, “Erroneamente il governo nazionale ritiene che la Regione del Veneto non possa imporre sanzioni amministrative, ritenendola una prerogativa statale. Ora il Consiglio regionale del Veneto, prima di approvare in via definitiva la legge che commina le stesse sanzioni amministrative a chi spara vicino alle abitazioni, dovrà attendere l’esito del contenzioso tra governo nazionale e Regione del Veneto presso la Corte costituzionale.
Se la Corte costituzionale dovesse sancire che ha ragione il Governo nel ritenere che le regioni non possano imporre sanzioni amministrative, il Consiglio regionale del Veneto non potrà approvare neppure la legge che sanziona i bracconieri che sparano a meno di cento metri dalle abitazioni. In attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, la legge regionale che sanziona chi intenzionalmente vuole impedire l’esercizio della caccia e della pesca, rimane in vigore e continua a produrre i suoi effetti”.
Regione Lombardia: Riunito il Gruppo interconsiliare Caccia.
Mercoledì 8 marzo - Si è riunito il Gruppo interconsiliare Caccia (Brescia e Bergamo) convocato e presieduto dal Consigliere regionale Alessandro Sala.
Presenti gli Assessori Beccalossi e Parolini ed i Consiglieri regionali Anelli, Barboni, Capelli, Cavalli, Magoni, Rolfi, Scandella e Tomasi.
Si è stabilito che nella prossima riunione, che si terrà martedì 14 marzo alle ore 13.00 durante la pausa dei lavori del Consiglio regionale nella Sala “Giorno della Memoria” adiacente l’Aula consiliare, verranno invitate in audizione le Associazioni venatorie regionali. Ciò al fine di valutare le aspettative del mondo venatorio per la stagione 2017-2018.
Si è altresì stabilito all’unanimità di chiedere la consegna del tesserino venatorio con spedizione tramite posta, con modalità da concordare a livello di intergruppo.
Regione Lazio: Presentata la prima bozza del calendario venatorio 2017-2018.
Roma, mercoledì 8 marzo - L’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann, durante la riunione del Comitato Faunistico Venatorio regionale ha presentato la proposta di Calendario Venatorio valido per la Stagione Venatoria 2017-2018 e le linee guida per le Aziende Faunistiche Venatorie, le Aziende Agro-Turistiche Venatorie e le Zone Addestramento Cani.
Nei prossimi giorni le associazioni venatorie, agricole ed ambientaliste che compongono il Comitato, esamineranno la bozza del nuovo calendario ed entro il 27 marzo potranno presentare le loro eventuali proposte ed emendamenti.
“Si tratta di un passo importante – ha dichiarato Hausmann – nel percorso di condivisione e di organizzazione del settore venatorio per migliorare la gestione della fauna e tutelare l’ambiente, in armonia con l’esercizio delle attività venatorie”.
ASSOCIAZIONI
Face.eu: Conferenza sul “Futuro della Direttive Natura? Dove stiamo andando?”
Bruxelles, mercoledì 8 marzo –Ieri, martedì 7 marzo, Face ha organizzato, al Parlamento europeo, il convegno "Il futuro delle direttive Natura: Dove stiamo andando?", a cui hanno partecipato l’eurodeputato Karl-Heinz Florenz e l’eurodeputato Renata Briano.
In vista di un imminente Piano d’Azione dalla Commissione europea, Renata Briano, europarlamentare del Gruppo S&D, Vicepresidente dell’intergruppo “Biodiversità, Caccia e Attività Rurali” ha voluto fare il punto sulle problematiche collegate alle Direttive “Uccelli” e “Habitat”.
Con la decisione di lasciare inalterate le direttive Uccelli e Habitat (le “Direttive Natura”) che segue un lungo processo di verifica, il Fitness Check, la Commissione europea ha annunciato che pubblicherà un Piano d’Azione entro la fine di marzo.
Durante il Fitness Check il sostegno alle Direttive Natura è pervenuto anche dal mondo dei cacciatori, conferendo un forte mandato alla Commissione per la stesura delle nuove linee guida che dovranno determinarne la corretta implementazione. Ne è uscito sconfitto il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che aveva paventato una revisione della legislazione sulla biodiversità. Hanno vinto certamente gli ambientalisti che hanno condotto una campagna a favore delle Direttive che ha ottenuto mezzo milione di firme, un risultato mai visto.
Ma questa situazione lascia i cacciatori in una posizione delicata e tutta da esaminare. Per il mondo venatorio europeo è importante capire quali saranno i prossimi passi della Commissione. Sotto la costante minaccia delle procedure d’infrazione, e oberati dalle regole complicatissime e onerose della Rete Natura 2000, i cacciatori si chiedono quale direzione la Commissione intenda prendere: se quella della flessibilità, oppure quella di una maggiore rigidità e di conseguenza di maggiori limitazioni.
Per la FACE che a Bruxelles rappresenta i cacciatori europei, inizia così una nuova epoca in cui, da strenua sostenitrice di un massimalismo pro-direttive, dovrà confrontarsi con l’integralismo dello schieramento ambientalista per assicurarsi che la caccia venga riconosciuta come attività che offre notevoli benefici sociali, culturali, economici e ambientali. Rischio? Opportunità?
Ci ha voluto vedere chiaro Renata Briano, europarlamentare del Gruppo S&D, Vicepresidente dell’intergruppo “Biodiversità, Caccia e Attività Rurali” da sempre attenta alle questioni ambientali, che ha indetto una conferenza su questo tema invitando oltre alla Commissione annche la Corte dei Conti europea e i rappresentanti del mondo venatorio europeo, tra i quali Gian Luca Dall’Olio, Presidente di Federcaccia.
La conferenza intitolata “Il Futuro Delle Direttive Natura: Dove Stiamo Andando?” organizzata al Parlamento europeo il 7 marzo, aveva lo scopo di chiarire quale strada la Commissione europea intenderà percorrere nel suo Piano d’Azione per l’implementazione delle Direttive Natura.
Renata Briano ha premesso che “la perdita di biodiversità è una delle principali sfide ambientali per l’UE. Consideriamo come molto positivo che le Direttive Natura siano mantenute e che si continui a lavorare a una migliore implementazione. Tuttavia non possiamo ignorare le problematiche che ci vengono segnalate dagli stakeholders e da altre istituzioni come la Corte dei Conti europea. Come Parlamentari abbiamo il dovere di partecipare al dibattito e far sentire la voce dei cittadini”.
Nel suo intervento Gian Luca Dall’Olio, Vicepresidente della FACE e Presidente di Federcaccia e di FENAVERI, ha spiegato come l’implementazione troppo rigida per quanto riguarda la definizione delle stagioni di caccia agli uccelli migratori, presenti delle incongruenze fra Paesi confinanti. Infatti, per evitare disparità di trattamento fra cittadini europei, la corretta applicazione della Direttiva Uccelli dovrebbe essere fatta sulla base dei migliori dati disponibili avvalendosi degli studi scientifici più recenti. Per questo motivo la Federcaccia si è dotata di un Ufficio Avifauna Migratoria che ha come scopo la ricerca scientifica, per far avanzare – fra l’altro- le conoscenze sulla migrazione degli uccelli.
“Il contenzioso legale con l’Italia – ha concluso Dall’Olio – è dovuto a contraddittori e datati risultati del lavoro del Comitato ORNIS adottati dalla Commissione Europea nel 2001 e mai più adeguati”.
A proposito del contenzioso la Corte dei Conti europea, intervenuta alla conferenza per presentare il rapporto sulla Rete Natura 2000, ha rilevato anche che dal 1981 circa il 30% delle procedure di infrazione in campo ambientale sono dovute alle Direttive Natura, bacchettando la Commissione ma anche gli stati Membri accusati di spendere male le risorse destinate alla Rete Natura 2000.
Le difficoltà legate alla corretta applicazione delle Direttive Natura vanno aldilà dei confini italiani, come ha rilevato VolkerBöhning, Vice-President of FACE e Vice-Presidente Cacciatori Tedeschi per quanto riguarda i problemi causati da cormorani, castori e lupi, specie protette dalle Direttive, ma in forte crescita.
Interessante anche la presentazione di Jacques Trouvilliez, Segretario esecutivo dell’AEWA, Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa-Eurasia, che ha illustrato come i metodi di gestione adattativa delle specie migratrici superino grazie a un approccio trans-nazionale le rigidità rappresentate dagli allegati della Direttiva Uccelli.
“Siamo in molti a pensare che la Direttiva Uccelli sia applicata male – ha concluso Renata Briano – la disparità tra Italia e Francia sulla fine della stagione venatoria per la beccaccia e alcune specie di turdidi non è accettabile dal punto di vista scientifico. La Commissione deve tener conto delle ricerche più attuali, anche di quelle dei cacciatori. Invito la Commissione a dotarsi di adeguate strutture per permettere a stakeholder e altri istituti scientifici di contribuire all’aggiornamento scientifico dei KeyConcepts sulla migrazione degli uccelli”.
La stessa Commissione, rappresentata da Nicola Notaro, Capo unità Unità “Nature protection” della Direzione Generale Ambiente, riconosce carenze e limiti nell’implementazione delle Direttive e promette che il Piano d’Azione includerà maggiori investimenti nella rete Natura 2000, più coerenza con altre politiche europee – vedi politica agricola – e un migliore accesso alle informazioni con il coinvolgimento degli stakeholder.
Quest’ultimo punto, reclamato a gran forza da proprietari terrieri, agricoltori e gestori, risulta essere prioritario per permettere di superare le difficoltà di natura economica e burocratica incontrate nella gestione dei siti Natura 2000.
Il prossimo passo dell’Intergruppo sarà l’adozione di una risoluzione destinata alla Commissione europea che si prefigge di riassumere in un documento le problematiche sollevate durante la conferenza affinché vengano integrate nel Piano d’Azione di prossima pubblicazione.
Il comunicato stampa